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Il PalaSì e le sue ‘radici’ cristiane

Il PalaSì e le sue ‘radici’ cristiane

Di In Cronostoria Il 6 Giugno 2017


Il PalaSì è lo storico edificio che domina lo skyline del centro di Terni, contrapponendosi all’attuale Bibliomediateca comunale, antica sede istituzionale oggi centro tecnologico dello sviluppo e della diffusione culturale.

Ma qual è la sua storia? Per scoprirla bisogna viaggiare a ritroso nel tempo e arrivare al 15 aprile 1564 (secondo quanto riportato nel Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche del MiBACT) quando la Confraternita di San Giovanni Decollato, nota anche come Confraternita della Misericordia (deputata all’assistenza di malati terminali e condannati a morte), posò la prima pietra per l’edificazione dell’omonima chiesa.

Fu così che l’edificio religioso venne eretto, presentandosi come struttura imponente di piazza della Repubblica (allora nota come Platea Colonnarum), arrivando a confinare anche con la retrostante piazza Santa Croce, oggi piazza San Giovanni Decollato (in memoria di questo tempio della cristianità).

Rimaneggiata nel corso del Settecento, dalle foto storiche è possibile evincere come la facciata della chiesa fosse di grandi dimensioni, arrivando quasi a sovrastare l’odierno edificio: a dominarla (nella sua tripartizione sequenziata da lesene addossate) il grande portale d’ingresso, sormontato da una trabeazione aggettante di stampo neoclassico.

Ma ciò che rendeva unica la costruzione era l’enorme cupola di copertura, visibile da molte parti della Città: un involucro sormontato da una lanterna, con costoloni a vista che conferivano movimento alla cupola oltreché garantirne una maggior stabilità.

Purtroppo non si hanno informazioni certe sulla sua conformazione interna (molto probabilmente in linea con la produzione artistica dell’ultimo trentennio del Cinquecento), ma qualche curiosità è giunta sino a noi tramite alcune testimonianze: sembrerebbe sicura, infatti, la presenza al suo interno di muri segreti atti alla protezione dei condannati a morte richiedenti rifugio, in ottemperanza alla stessa missione salvifica della Confraternita ivi residente.

La storia di questo edificio religioso, come riportato dalle antiche fonti, si intrecciò anche con la giustizia italiana: dal 1887 al 1903, infatti, lo stato pericolante di alcune sovrastrutture, che richiedevano un intervento di manutenzione urgente, furono il pretesto per dibattere su chi fosse chiamato a intervenire.

A seguito del decreto vescovile firmato nel giugno del 1903 dall’allora Episcopo S.E.Rev. Mons. Francesco Bacchini, la ‘Parrocchia di Santa Croce’ tramutò l’intitolazione in ‘Parrocchia di San Giovanni decollato in Santa Croce’ potendo, così, avviare una vertenza netta nei confronti del Comune di Terni, nella speranza di costringerlo ad intervenire sullo stato conservativo dell’omonima chiesa.

La causa durò sino al 1916 quando il Comune fu chiamato a versare ben 42.000 lire per il risanamento dell’immobile ma, successivamente, tramite un pagamento di 220.000 lire la chiesa venne risolutivamente tolta dai possedimenti diocesani in favore di quelli comunali: fu così che venne definitivamente abbattuta nel 1921 per far posto alla costruzione della sede centrale delle Regie Poste e Telegrafi: per colmare il vuoto apertosi nel cuore di Terni bisognerà, però, attendere due anni quando sarà posata la prima pietra del nuovo edificio (alla presenza di Re Vittorio Emanuele III); ma questa è tutta un’altra storia.